Ballando con i lupi nella solitudine della Valle Santa
Là i concerti sono unici. Senza direttori d'orchestra, è la natura a dirigere se stessa. suoni del bosco mischiati ai canti e ai versi degli animali: i grugniti dei cinghiali, i bramiti di cervi e caprioli, i gridi delle aquile. E poi il lupo. Solitario, misterioso, schivo. Non si fa vedere, ma c'è, sempre. I suoi ululati irrompono in quelle sinfonie con la forza di un tempo maestoso. C'è tutto questo al Rifugio del Lupo di Chiusi della Verna, luogo di vacanza molto particolare, dove il soggiorno può diventare un'avventura del corpo e della mente, a contatto con la natura più selvaggia.
Natura e spiritualità. E' una piccola fattoria di montagna, a oltre mille metri di quota, dove si può mangiare e dormire. Al confine con il parco delle Foreste Casentinesi e a poca distanza dal sentiero Gea (Grande escursione appenninica), si trova in una zona non solo molto bella, ma anche di grande spiritualità perché vicina al santuario francescano di La Verna e all'eremo di Camaldoli. Non a caso si chiama Valle Santa.
Luogo estremo. La potenza di questi luoghi avvolge anche il rifugio. Lontano dalle città - Bibbiena, la più vicina, è a 25 chilometri - raggiungibile da una strada sterrata di cui l'ultimo tratto si può percorrere solo con mezzi fuoristrada, a cavallo o a piedi, è stato scelto da Laura Favarato e Mauro Armici - lei padovana, lui bergamasco - come luogo di vita e di lavoro. E' un posto estremo, non da fattoria del mulino bianco, anche se ci sono gli animali da cortile, le verdure e le mucche. Quest'inverno c'erano due metri e mezzo di neve, l'acqua ghiacciata per giorni, c'è voluto l'elicottero per i viveri. «Ma è meglio qui - dicono Laura e Mauro - che altrove». Ed è quanto pensano anche i tanti - più di quanti Laura e Marco si aspettassero - che scelgono di trascorrervi un periodo di vacanza.
Il rifugio. E' stato Mauro, ex carrozziere, a scoprirlo, dodici anni fa. «Volevo cambiare vita - racconta - e ho trovato quest'edificio abbandonato». Tre anni dopo ha conosciuto Laura, perito agrario, che lo ha seguito. Da quel rudere, dopo un lungo periodo di pulizia, ricostruzione e sistemazione, hanno ricavato il rifugio, inaugurato l'anno scorso e che può accogliere fino a 20 persone. I posti letto sono divisi tra il miniappartamento Lupo (per 4, con bagno privato e cucinino), le camere Cinghiale e Daino (ognuna da due a quattro posti con bagno in comune) e la stanza Cervo (da 8 persone, bagno in comune). I prezzi variano da 25 (pernottamento e colazione) a 59 euro (pensione completa, bevande incluse), eccetto che per la stanza Cervo, il cui prezzo è da concordare. Gratis i bimbi sotto i 4 anni.
La fattoria. Tutt'intorno ci sono la fattoria e i boschi, da cui Laura e Mauro prendono quello che serve. Verdura e frutta dai campi, salumi e carni da maiali, polli, tacchini e anatre, latte e formaggi dalle mucche, funghi, castagne e selvaggina dai boschi. E poi ci sono cani, cavalli, gatti. L'ener. gia arriva dall’Enel, ma non si vede, perché i tubi sono interrati.
I concerti del bosco. Loro non lo dimenticano. Né lo fanno dimenticare agli ospiti, portandoli in giro nella Valle Santa a piedi o a cavallo, facendosi aiutare nelle attività agricole, per esempio a mungere le mucche o a dar da mangiare ai maiali, oppure organizzando serate di osservazione del cielo, mentre il bosco comincia il suo straordinario concerto notturno. «Le musiche della natura - dice Mauro - sono spettacolari. Come a settembre/ottobre, quando i cervi si accoppiano. Il loro bramito è così affascinante da far arrivare tutta la forza di quegli animali. Sembra il ruggito di un leone».
Lui, il padrone del bosco. Niente in confronto, tuttavia, al magnetismo dei lupi. Sono loro i padroni di quelle zone, pur senza farsi mai vedere. «Ne abbiamo incontrato solo uno - raccontano Laura e Mauro - Eravamo in macchina. Appena si è accorto della nostra presenza, è fuggito via, come davanti a un mostro. Non lo dimenticheremo mai. Lì abbiamo capito quanto sia terrorizzato dall'uomo. Infatti i lupi, che nella Valle Santa sono presenti in 4 o 6 esemplari, non si avvicinano mai. Fortunatamente non ne hanno bisogno, perché trovano nei boschi quello che gli serve, e quindi non rischiano di venire a contatto con l'uomo». Ma è facile sentirli ululare in lontananza, quando si cercano, si accoppiano, difendono il territorio. «E noi li ascoltiamo - concludono Laura e Mauro - ogni volta incantati».
Come arrivare. Il rifugio si raggiunge arrivando a Rimbocchi, frazione di Chiusi della Verna, e proseguendo poi per Biforco. Passato il paesino, s'imbocca la strada sterrata per circa 4 chilometri. Ci si ferma al cartello Valle Santa e da qui ci vuole mezz'ora a piedi oppure si può telefonare ai gestori (0575 1840614, 338 5807218) per farsi venire a prendere con il fuoristrada.